30/03/2008
Oggi è quella che dovrebbe definirsi una giornata complessivamente positiva, ma, come in tutte le situazioni della vita, esiste il solito, macroscopico "ma"...
Oggi è quella che dovrebbe definirsi una giornata complessivamente positiva, ma, come in tutte le situazioni della vita, esiste il solito, macroscopico "ma"...
Nella serata di ieri ho visto realizzarsi qualcosa che germogliava all'interno delle mie passioni sopite, ho avuto la possibilità di vedere realizzato qualcosa, di colmare uno dei tanti tasselli scoperti della mia vita, eppure ogni pezzettino non
avrà mai la facoltà di coprire un vuoto molto più grande.
Durante il proprio percorso di vita abbiamo la possibilità di giocare le nostre carte, come se, per ogni scelta, avessimo l'opportunità di giocarci un turno di un immenso "Gioco dell'oca". Ogni passo falso, ogni errore che possa dipendere dal proprio comportamento o, ahimè, dall'arbitrarietà del destino, finisce col segnare l'esito del tuo percorso.
Man mano che procedi con questo gioco, riesci a contemplare gli esiti delle tue scelte, vedi, davanti a te, prendere forma qualcosa che sei riuscito a comporre con le tue forze; raramente puoi tornare sui tuoi passi, e quando hai la possibilità di farlo, devi cercare il più possibile di non incappare negli stessi tranelli.
Se il tuo percorso è stato ricco di esperienze e di elementi utili, alla fine del gioco riuscirai a contemplare una struttura ben solita, costruita con sudore e soddisfazione, se il tuo cammino è stato privato di certi passaggi, allora avrai davanti un effimero castello di carte, destinato a scomporsi al primo, piccolo, alito di vento.
Se dovessi descrivere il mio stato d'animo, in questo momento, penso che basterebbe l'immagine di quel castello...
Ho aggiunto molte cose utili al mio bagaglio di esperienze, molti tasselli sono, nell'ultimo periodo, andati a costruire il mosaico della mia esistenza, ma ancora, la crepa colossale dell'amore, che ha spezzato quella composizione esattamente a metà, non accenna ad essere minimamente risanata.
Fugando da metafore infeconde sento che sarei veramente felice, adesso che sto vivendo con la mia vita da studente, le mie passioni e le mie idee, se solo potessi avere quella cosa meravigliosa che mi era caduta dal cielo, come in un sogno e che, come al momento del risveglio, è scivolata fuori dalla mia portata non appena ho smarrito la sicurezza di poter vivere in eterno quel paradiso onirico.
Ho provato ad affogare i miei ricordi e i miei sentimenti in un mare di alcol, ma il risultato non fa che incrementare la mia profonda malinconia...
avrà mai la facoltà di coprire un vuoto molto più grande.
Durante il proprio percorso di vita abbiamo la possibilità di giocare le nostre carte, come se, per ogni scelta, avessimo l'opportunità di giocarci un turno di un immenso "Gioco dell'oca". Ogni passo falso, ogni errore che possa dipendere dal proprio comportamento o, ahimè, dall'arbitrarietà del destino, finisce col segnare l'esito del tuo percorso.
Man mano che procedi con questo gioco, riesci a contemplare gli esiti delle tue scelte, vedi, davanti a te, prendere forma qualcosa che sei riuscito a comporre con le tue forze; raramente puoi tornare sui tuoi passi, e quando hai la possibilità di farlo, devi cercare il più possibile di non incappare negli stessi tranelli.
Se il tuo percorso è stato ricco di esperienze e di elementi utili, alla fine del gioco riuscirai a contemplare una struttura ben solita, costruita con sudore e soddisfazione, se il tuo cammino è stato privato di certi passaggi, allora avrai davanti un effimero castello di carte, destinato a scomporsi al primo, piccolo, alito di vento.
Se dovessi descrivere il mio stato d'animo, in questo momento, penso che basterebbe l'immagine di quel castello...
Ho aggiunto molte cose utili al mio bagaglio di esperienze, molti tasselli sono, nell'ultimo periodo, andati a costruire il mosaico della mia esistenza, ma ancora, la crepa colossale dell'amore, che ha spezzato quella composizione esattamente a metà, non accenna ad essere minimamente risanata.
Fugando da metafore infeconde sento che sarei veramente felice, adesso che sto vivendo con la mia vita da studente, le mie passioni e le mie idee, se solo potessi avere quella cosa meravigliosa che mi era caduta dal cielo, come in un sogno e che, come al momento del risveglio, è scivolata fuori dalla mia portata non appena ho smarrito la sicurezza di poter vivere in eterno quel paradiso onirico.
Ho provato ad affogare i miei ricordi e i miei sentimenti in un mare di alcol, ma il risultato non fa che incrementare la mia profonda malinconia...